Recensione della seconda stagione di Tomb Raider: La Leggenda di Lara Croft su Netflix

Giampiero Colossi • Pubblicato il 19/12/2025 • 3 min

tomb raider: la leggenda di lara croft torna a muovere i passi nello spettacolo e nelle produzioni che ampliano l’universo della celebre archeologa. all’annuncio di tomb raider catalyst e tomb raider: legacy of atlas, presentati ai The Game Awards, emerge una direzione che cerca di coniugare memoria e modernità, offrendo una lettura della protagonista capace di stare al passo con i tempi senza rinnegare le radici della saga.

tomb raider: la leggenda di lara croft — evoluzione della protagonista

la rappresentazione della protagonista rasenta una mistura di tratti: in parte inesperta, ma anche determinata e capace di gesti di coraggio memorabili; in parte empatica, in parte dal cuore freddo quando la situazione lo richiede. questa complessità consente di restituire un personaggio che incarna sia la tensione tra passato e presente sia la spinta a trasformarsi in profondità nel corso della narrazione.

nella nuova trasposizione animata, la figura di lara è contesa tra diverse registrazioni caratteriali provenienti dai capitoli passati: il mix di riferimenti ai videogiochi e a episodi narrativi di altre opere del franchise genera una lettura ibrida, capace di intrattenere senza cessare di riflettere sulle responsabilità storiche e personali della protagonista.

caratterizzazione e scelte tematiche

un elemento centrale riguarda le motivazioni: si muove lungo linee nuove che rendono le avventure motivazioni più complesse, evitando scorciatoie. la tensione tra recupero del patrimonio e coscienza delle conseguenze dei dettagli storici si manifesta come filo conduttore, con un’attenzione critica al tema del controllo sulla storia altrui.

antagonisti e dinamiche narrative

tra le figure antagonistiche, emerge una presenza marcata che gestisce una rete di poteri legata alle maschere Orisha. il personaggio principale antagonista si distingue per carisma e per l’uso di oggetti dotati di poteri diversi; la scelta di costruire un arco antologico più definito per le motivazioni resta un aspetto discutibile, ma non compromette la coerenza globale della storia.

la trama vede lara coinvolta nella ricerca delle maschere, intrecciata a formule narrative che, rispetto al passato, affidano una funzione più marcata al lavoro di squadra. la protagonista si presenta come parte di un meccanismo più ampio, dove l’azione si concentra non solo sull’individualità ma anche sull’efficacia di un gruppo compatto.

narrazione, ritmo e stile visivo

l’insieme narrativo si mantiene su un ritmo ben cadenzato nell’arco degli episodi, offrendo momenti di azione dinamica e scorci visivi curati. sul piano visivo, la produzione mantiene una direzione felice rispetto all’esplorazione globale del mondo, con scenografie e coreografie di buon livello e una gestione delle sequenze d’azione che resta coinvolgente. la colonna sonora accompagna con tono discreto, supportando l’evolversi degli eventi senza monopolizzare l’attenzione.

rispetto a scelte narrative passate, la serie mostra una certa agilità nel bilanciare riferimenti al materiale di origine con nuove linee di racconto. il risultato è una messa in scena che funziona per gran parte della visione, offrendo intrattenimento efficace per i fan e per chi si avvicina al franchise per la prima volta. alcuni snodi scritturali possono apparire ingenui, ma non pregiudicano la percezione complessiva dell’opera come una versione action-adventure in stile netflix, pronta a accompagnare l’attesa di sviluppi futuri nel medium videoludico.

in chiusura, la serie mantiene una sua identità pur mantenendo una forte connessione con la tradizione della saga, offrendo un prodotto che risulta divertente e coinvolgente, ma che rimane aperto a ulteriori approfondimenti narrativi e strutturali.

nel contesto della produzione, emergono figure chiave che contribuiscono a definire il cast e la dinamica della storia

  • lara croft
  • mila
  • eshu
  • sam nishimura
  • zip

Per te