Recensione del manga Dead Account

Giampiero Colossi • Pubblicato il 24/12/2025 • 3 min

Nel panorama narrativo odierno, Dead Account si propone di intrecciare dinamiche sociali, spiritualità e tecnologia in una cornice di azione tipica del genere shonen. L’opera presenta una dinamica originale in cui gli spiriti hanno la forma di profili digitali, offrendo una chiave di lettura sui rapporti tra identità online e realtà quotidiana. Il testo originale mette in luce una tensione tra commercio della celebrità, potere personale e responsabilità, offrendo al contempo momenti di spettacolo e combattimento ben strutturati.

dead account: analisi e interpretazione

contesto narrativo e strumenti tematici

La storia ruota attorno a un protagonista giovane e carismatico che sviluppa poteri psichici dopo l’insorgere di una minaccia sovrannaturale. L’intreccio porta la figura centrale in un istituto destinato all’addestramento di exorcisti, con l’obiettivo di contrastare gli spiriti associati a account sociali di persone decedute. In questo contesto, gli spiriti non sono entità astratte: rappresentano profili online materializzati, una scelta che fornisce una cornice visiva immediata per riflettere su come la culture digitale influenzi comportamenti e conflitti reali. Un ulteriore elemento distintivo è l’uso di termini del gergo di internet come strumenti di combattimento, tra cui esempi come il “Ban Hammer” o un account “Frozen”, che animano le battaglie e definiscono le capacità dei personaggi.

punti salienti delle prime arcate

  • protagonista vivace e determinato che scopre poteri sovrannaturali dopo un tentativo fallito di sconfiggere una creatura
  • l’arrivo a una scuola specializzata dove si formano i combattenti incaricati di fermare minacce sovrannaturali
  • il ruolo dell’insegnante più potente dell’universo narrativo, che mira a cambiare la società attraverso la formazione della nuova generazione
  • l’emergere di un team formato da due giovani uomini e una ragazza, con dinamiche iniziali di rivalità e collaborazione
  • un personaggio capace di combattere da remoto controllando robot e dispositivi
  • una battaglia interna tra fazioni studentesche che viene compromessa dal legame tra traditori e spiriti malvagi

valutazione critica e confronto con il genere

Dal punto di vista della scrittura, Dead Account si inserisce nel filone delle opere che attingono a successi recenti del panorama shonen, pur mantenendo una proposta originale grazie all’integrazione di elementi social e digitali. Il racconto propone una riflessione sul modo in cui la tecnologia modella la società e, di conseguenza, le tensioni tra tradizione e cambiamento. Rispetto a opere che hanno inaugurato toni simili, la serie si confronta con una tavolozza narrativa già ampiamente utilizzata, senza rinunciare a momenti di spettacolo e a un ritmo sostenuto. Nella gestione dei personaggi femminili, la presentazione resta coerente con le convenzioni del genere, offrendo figure forti ma non prive di contraddizioni narrative.

impatti e orientamento di lettura

La narrazione, pur partendo da concetti familiari, ha potenzialità come palette di ingresso per nuovi lettori interessati al manga e come lettura di intrattenimento leggera ma convincente per gli appassionati del genere. Il lavoro si presta a una fruizione “popcorn”, offrendo una cornice accessibile che facilita l’approccio a temi complessi legati a identità, reputazione online e dinamiche di gruppo. In ambito audiovisivo, il materiale appare predisposto a transizioni narrative rapide e a una successiva trasposizione animata, che potrebbe ampliare la platea di riferimento. Nonostante una cornice familiare, l’opera mantiene una sua identità grazie all’uso di simboli digitali che reimmaginano elementi classici della lotta tra bene e male.

personaggi principali:

  • Soji Enishiro
  • Kukuru Kasubata