Legal hacker combattono la pirateria degli anime in giappone: perché?

l’associazione giapponese dei hacker e la lotta contro la pirateria anime
Il direttore rappresentante dell’Associazione Giapponese dei Hacker, Takayuki Sugiura, ha fornito chiarimenti sul coinvolgimento di hacker etici nella battaglia contro la pirateria anime a livello internazionale. In un’intervista rilasciata al quotidiano Sankei Shimbun, Sugiura ha spiegato che l’associazione riceve richieste da parte di CODA, l’organizzazione leader in Giappone per il contrasto alla pirateria.
funzionamento dell’associazione e metodi utilizzati
I membri dell’Associazione Giapponese dei Hacker si dedicano all’indagine delle identità e dei background degli operatori di siti pirata, attività che ha portato a reali condanne penali. Operando nel rispetto della legge come hacker etici, l’associazione utilizza metodi di intelligence open source (OSINT) per raccogliere informazioni pubbliche. Questi dati includono dettagli di registrazione quando i siti pirata vengono creati o perdite di connessione che possono rivelare le origini delle operazioni illegali.
efficacia e supporto a CODA
Sugiura ha sottolineato che “creare un sito web comporta costi, quindi ci deve essere una connessione sociale da qualche parte”, aggiungendo che “ci sono sorprendentemente molti operatori con vulnerabilità”. Dal 2022, l’Associazione sostiene CODA; un rapporto del Yomiuri Shimbun ha confermato che le tecniche sempre più sofisticate usate per eludere i controlli giapponesi hanno spinto CODA a contattare l’organizzazione. Inizialmente composta da cinque membri, l’unità è riuscita a identificare gli operatori dei siti di pirateria anime nell’80% dei casi.
- Takayuki Sugiura – Direttore rappresentante dell’Associazione Giapponese dei Hacker
- CODA – Organizzazione anti-pirateria in Giappone
- Yomiuri Shimbun – Quotidiano giapponese che riporta sulla situazione della pirateria