Lupin III: La Stirpe Immortale - Al cinema

Giampiero Colossi • Pubblicato il 12/12/2025 • 3 min

lupin the iird – the movie: la stirpe immortale segna una svolta decisa nel linguaggio del celebre ladro gentiluomo, offrendo al pubblico una esperienza cinematografica intensa e mature. la pellicola, guidata nuovamente dalla mano creativa di takeshi koike, chiude la pentalogia di mediometraggi e apre una pagina coraggiosa nel percorso verso il grande schermo.

lupin the iird – the movie: la stirpe immortale

stile visivo inconfondibile e una paletta cromatica esplosiva definiscono un cinema d’autore che si allontana dai toni più leggeri del passato, proponendo lupin più oscuro, sensuale e spavaldo. il character design diventa più sinuoso e realistico, avvicinandosi a una resa artistica che fonde l’eredità classica con una lettura contemporanea. si respira un ritorno alle origini del mito, pur mantenendo una narrazione con tagli personali e audaci.

Nel nuovo episodio, lupin, insieme a fujiko, jigen e goemon, si ritrova su un’isola remota al centro dell’oceano. l’aereo che li avrebbe condotti verso un tesoro leggendario precipita, tagliando la via di fuga. alle loro calcagna, come da copione, l’ispettore zenigata è determinato a fermarli. sull’isola emerge un panorama inaspettato: non deserta bensì abitata dai loro vecchi antagonisti, sconfitti di recente nella nazione dell’unione lovietica, oltre a un avversario invincibile, forse immortale, legato a una conoscenza del passato.

mamo riemerge come figura antagonista, richiamando un’impronta storica della saga: il personaggio fece la sua prima apparizione ne Lupin III – la pietra della saggezza (1978), primo lungometraggio della serie. koike intreccia una riga narrativa che collega i lungometraggi centrali della saga, puntando su un nemico capace di riscrivere le leggi della vita e della morte.

la pellicola, ispirata al genere hard boiled, fonde tradizione e modernità in una cifra visiva audace, mantenendo una proposta tecnica in 2D che preserva l’appeal nostalgico senza rinunciare a una resa contemporanea. il film si discosta dai toni più leggeri a favore di un registro più scuro e più maturo, con un’identità autoriale forte.

l’opera propone una narrazione avvincente, sostenuta da una sceneggiatura che esplora i tratti dei protagonisti in chiave meno giocosa e più riflessiva. non mancano momenti di fascino visivo e scene d’azione accattivanti, ma alcune fasi intermedie risultano meno efficaci, lasciando lo spettatore con una sensazione di contrasto tra picchi stilistici e passaggi meno incisivi. l’epilogo, insieme a quanto precede, lascia uno strascico di amaro in bocca, segnando una chiusura memorabile ma non priva di qualche risonanza incerta.

stile e tecnica: una visione coerente

lavoro di animazione e direzione artistica consolidano un’immagine che richiama la tradizione senza rinunciare a una lettura attuale. la componente 2d resta dominante, offrendo una continuità estetica con la materia originale e, al contempo, una resa fluida e dinamica delle sequenze d’azione e dei close-up dei protagonisti. la fusione tra narrazione hard boiled e fragilità emotiva dei personaggi contribuisce a una cornice narrativa più intensa e coinvolgente.

contesto di distribuzione e formati

gli OVA che accompagnano la saga si concentrano ciascuno su uno dei comprimari del ladro gentiluomo, come prospettato in apertura. sono disponibili su Prime Video e sulle principali piattaforme, oltre che in home video, grazie all’etichetta Anime Factory, parte di Plaion Pictures, che raccoglie l’offerta anime di rilievo. all’inizio della pellicola è comunque presente un riassunto pensato per chi non avesse seguito i capitoli pregressi.

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