Come il cinema esplora il trauma media: intervista a Shōji Kawamori
Il film labyrinth propone una lettura intensa sull’impatto dei social media sulla gioventù, spostando l’attenzione dall’azione tipica del genere a una riflessione puntuale sui dilemmi dell’epoca digitale. Presentato in occasione del 38° Tokyo Film Festival, il progetto arriva come proposta autoriale di Kawamori, offrendo anche spunti sulle possibilità future di diffusione internazionale della sua opera
labyrinth tra identità online e realtà
La protagonista è Shiori, un’adolescente che vede governare la propria vita da un alter ego digitale, SHIORI@REVOLUTION, capace di affiorare nel mondo reale. La dinamica tra l’io mostrato online e l’io interiore diventa una lente attraverso cui esplorare la frattura tra ciò che si esibisce agli altri e ciò che si prova dentro di sé.
dualità e pressione sociale
L’origine tematica del film nasce da un sogno dell’autore, raccontato durante l’incontro: da bambino, in bicicletta, una corsa verso una discontinuità che porta a intravedere uno smartphone come elemento centrale della vita. Da quel simbolo è nata una fascinazione per la tecnologia che entra nel corpo e nella mente, trasformandosi in una questione di dipendenza e controllo. Un incidente su uno schermo incrinato ha contribuito a definire ulteriormente la cornice narrativa, sottolineando quanto la pressione sociale dei dispositivi possa inghiottire le scelte personali.
shiori e la rivoluzione online
SHIORI@REVOLUTION rappresenta un’esistenza che potrebbe fare molto di più dell’io reale, vivendo all’esterno delle critiche e delle reazioni negative. Se da un lato questa libertà consente azioni senza remore, dall’altro espone a incertezze profonde: non sempre è chiaro cosa voglia davvero intraprendere l’alter ego digitale.
la critica alle dinamiche dei social
Il cinema di Kawamori riflette sulla correlazione tra popolarità online e valore personale: più like sembrano equivalere a una conferma di sé, ma un singolo post può far crollare l’intero equilibrio esistenziale. Il regista sottolinea come la realtà online sia permeata da commenti che possono arrivare da fonti invisibili e distanti, generando una sofferenza che è difficile distinguere tra sostegno e ostilità.
musica come collante tra mondi e riferimenti a macross
Un elemento costante nell’approccio creativo è la musica, intesa come linguaggio universale capace di “superare” l’esito positivo o negativo delle dispute. In questa direzione, la musica funge da collante tra avversari e alleati, e richiama l’impronta artistica di Kawamori legata a Macross. L’autore ricorda le radici musicali familiari e l’idea che la musica possa contribuire a risolvere tensioni, come avviene nelle sue opere più celebri, dove la canzone ha un ruolo di mediazione.
chiusura tematica e prospettive
Il racconto conduce a una riflessione sull’importanza di affrontare prima se stessi, prima di poter gestire conflitti esterni. L’epilogo invita a riconoscere sia gli ostacoli che gli eventuali alleati nascosti, con una chiave di lettura centrata sull’autenticità e sulla gestione delle emozioni in un contesto dominato dall’immagine e dalla comunicazione digitale. La lezione è di imparare a convivere con la gelosia, trasformandola in motore per superare ostacoli piuttosto che in elemento di fragilità.
Di seguito i nomi principali associati al progetto e alle figure chiave:
- Shōji Kawamori
- Shiori
- SHIORI@REVOLUTION
- Kirara