Recensione del film anime all you need is kill

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La light novel di Hiroshi Sakurazaka, intitolata All You Need Is Kill, sta per essere nuovamente adattata, un fatto che si allinea perfettamente con il tema della storia stessa: tentare qualcosa di nuovo e apportare modifiche minime ad ogni tentativo. Il nuovo film, diretto da Kenichiro Akimoto, non deve però essere considerato semplicemente l’opposto dell’adattamento cinematografico con Tom Cruise, noto come Edge of Tomorrow. La narrazione qui si concentra su Rita anziché su Keiji, presentando due personaggi nettamente diversi.

la prospettiva di rita nel film

Nella pellicola, la visione di Rita emerge come elemento distintivo; la sua storia ruota attorno alla sua autoisolamento e alla difficoltà di connessione con gli altri, conseguenza di un trauma infantile non rivelato. All’inizio del film, Rita riflette: “Sono stata sommersa fin da allora”, mentre si dirige verso il deserto, fuggendo da un’ombra invisibile. Le radici rosse sbocciano improvvisamente da un portale e circondano la terra; la reazione di Rita è solo un sorriso.

il ciclo temporale e il cambiamento personale

A mano a mano che la trama si sviluppa, emergono i motivi dietro questa reazione. In sostanza, prima ancora dell’inizio del loop temporale, Rita è già intrappolata; questo ciclo le offre l’opportunità di trasformarsi per sopravvivere e combattere fino al giorno successivo. L’intensità del messaggio trasmesso è evidente anche nelle immagini forti utilizzate nel racconto.

l’azione e le dinamiche del gioco

Nella sua nuova veste lavorativa, Rita ha il compito di disassemblare una gigantesca creatura aliena chiamata Darol. Nonostante l’armatura meccanica peculiare, non si tratta di un’operazione militare; pertanto affronta lo stesso percorso evolutivo del personaggio interpretato da Tom Cruise. La formazione attraverso la ripetizione richiama strutture videoludiche simili a quelle presenti in Edge of Tomorrow, ma All You Need Is Kill porta questo concetto all’estremo.

elementi visivi e stile narrativo

L’adattamento presenta uno stile visivo onirico che distingue ulteriormente il film dall’opera live-action. I colori ricordano oli in acqua e l’animazione 3D è arricchita da cel-shading e texture piatte senza ombre. Questo approccio visivo ricorda opere precedenti dello studio 4*C.

difficoltà narrative e scelte artistiche

Nonostante alcuni momenti coinvolgenti legati all’editing creativo e alla scenografia tridimensionale, il film tende a ritornare su scelte meno avvincenti man mano che avanza nella narrazione. La colonna sonora evolve abbandonando le note elettroniche inquietanti dei primi atti per composizioni orchestrali più anonime.

sintesi finale sulla trama

Sebbene i temi principali rimangano intatti, alcune esecuzioni delle idee rischiano di compromettere l’impatto complessivo della storia. La reinterpretazione del personaggio Keiji offre spunti interessanti ma culmina in una risoluzione che sembra sottrarre potere all’arco narrativo di Rita negli istanti finali.

  • Hiroshi Sakurazaka
  • Kenchiro Akimoto
  • Tom Cruise
  • Yuichiro Kido
  • Akimoto Kenichiro
  • Pacfic Rim
  • KaiJu No. 8
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  • Anniecy Festival
  • ChaO
  • Taiyo Matsumoto
  • Shinji Kimura